venerdì 21 aprile 2023

VIAGGIO&ARTE: 'PLAYING WITH WILDFIRE', in Bolivia attraverso le fotografie di Max Hingel

Dagli incendi della regione di Chiquitania in Bolivia, una delle sfide socio-ecologiche più urgenti del nostro tempo. È in mostra a OFF TOPIC, da martedì 25 a venerdì 28 aprile, ‘PLAIYNG WITH FIRE’ con oltre 20 fotografie di Max Hingel. 

Venerdì 28 aprile ci sarà anche un talk, preceduto dalla proiezione di un documentario, racconta a partire dalle ore 18, il più ampio progetto di ricerca finanziato dall'Arts and Humanities Research Council (AHRC) e sponsorizzato dall'Università di Glasgow e dall'Università di Newcastle, insieme alla docente Lorenza Fontana, responsabile del progetto e il fotografo Max Hingel.

‘Playing with Wildfire’ è il nome del progetto di ricerca che trae le proprie metodologie e tecniche dalla tradizione del Forum Theatre, che affonda le proprie radici nel "Teatro degli oppressi" del drammaturgo brasiliano Augusto Boal, per generare dialoghi di comunità in risposta ai più complessi conflitti culturali, politici e ambientali scatenati dagli incendi nella regione boliviana della "Chiquitania", la sede di una delle più grandi foreste secche del mondo e immensamente vulnerabile agli incendi estremi.  

Oltre 20 scatti del fotografo di Max Hingel indagano, in una anteprima della mostra, attraverso i volti dei protagonisti,  alcune delle tragiche esperienze vissute, a causa dei grandi incendi, dalle comunità della regione di Chiquitania in Bolivia. 

Un'area che presenta oggi una delle foreste secche più grandi e meglio conservate al mondo, in un ecosistema altamente esposto agli incendi, dove le comunità della regione sono state e continuano ad essere profondamente colpite dall'intensificarsi di questo fenomeno. 

Gli incendi boschivi sono infatti una delle sfide socio-ecologiche più urgenti del nostro tempo, legate non solo all'aumento della temperatura e alla siccità prolungata causate dai cambiamenti climatici, ma anche ai cambiamenti delle attività umane, comprese le attività agricole, lo sviluppo delle infrastrutture, i cambiamenti demografici e l'urbanizzazione. 

La dimensione multi-culturale dell'area della Chiquitania ospita indigeni, comunità contadine, insediamenti mennoniti, e abitanti appartenenti a gruppi etnici differenti. 

La migrazione rurale e  l'espansione della frontiera agraria insieme ai nuovi grandi progetti infrastrutturali parallelamente all'endemica mancanza di risorse, provocano ogni giorno conflitti a bassa intensità tra diverse comunità con modalità differenti di gestione della terra e delle risorse, oltreché tra diverse comunità con pratiche culturali e visioni differenti di sviluppo.

Lorenza Fontana, nata a Novara, si è laureata a Torino e proprio da qui ha cominciato i suoi percorsi di ricerca e studio, che l’hanno portata in giro per tutto il mondo, e in particolare in america latina, fino a diventare studiosa e professoressa associata all’Università di Glasgow. Questo progetto di ricerca-azione, da lei coordinato, si evolve dal seminario al teatro quando nel marzo 2022 circa 28 partecipanti, provenienti da 22 comunità, si sono riunite in un workshop di cinque giorni, condividendo le proprie storie derivanti da esperienze vissute in occasione degli incendi boschivi. 

Da queste storie sono nati quattro spettacoli del Forum Theatre in cui sette partecipanti al seminario sono stati selezionati per esibirsi in quattro comuni della Chiquitania. 

Dalle piazze principali delle città alle remote comunità rurali indigene e contadine questi spettacoli sono stati rappresentati 14 volte in differenti location, coinvolgendo oltre 800 persone. Nella tradizione del Forum Theatre, i membri del pubblico sono inoltre stati invitati a intervenire e salire sul palco per esplorare le possibili e future alternative ai conflitti presentati sul "palcoscenico".

La mostra condivide quindi alcuni dei ritratti delle persone che hanno dato vita alla rappresentazione teatrale, le cui vite sono state profondamente segnate dagli incendi. I loro ritratti sono affiancati a scene dell'opera teatrale. La mostra vuole trasmettere  l'urgenza e l'intensità di come gli incendi boschivi siano connessi ed interconnessi ad una fitta rete di problemi endemici: espropriazione della terra, corruzione istituzionale, gravi mancanza di servizi sanitari di base, fallimento delle infrastrutture sistemiche, estrema disuguaglianza, controversie politiche e molto altro.

Queste immagini raccontano storie di sopravvivenza e resilienza - di persone e comunità che sopportano e superano circostanze difficili e precarie, intensificate da ricorrenti crisi socio-ecologiche.



VIAGGIO&VINO: Ciliegiolo di Maremma e d’Italia, un evento dedicato alla riscoperta di un vitigno autoctono

Domenica 7 e lunedì 8 maggio si svolgerà presso la Fortezza Orsini, in provincia di Grossetola kermesse sul Ciliegiolo, un appuntamento senza precedenti rivolto ad enoappassionati e operatori del settore: giornalisti, sommelier, enotecari, ristoratori e rappresentanti del sistema vitivinicolo. 

Gli ospiti avranno la possibilità di degustare, alla mescita presso i banchi d’assaggio, vini di produttori di Maremma, di altre zone della Toscana e d’Italia, a partire da Liguria, Marche e Umbria.

Un walk around tasting con masterclass tematiche in una location spettacolare: la Fortezza Orsini, in provincia di Grosseto, un imponente complesso medioevale - ora adibito ad hotel e spazio per eventi - situato nella parte alta del comune di Sorano, con una vista incredibile sulle colline maremmane.

Obiettivo dell’evento: riunire tutti i produttori di Ciliegiolo, vitigno unico, caratterizzato da un colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei, dal sapore e profumo che ricordano la frutta matura, e dal gusto piacevole ed equilibrato. Una varietà recentemente riscoperta e valorizzata, che deve il suo nome proprio al colore dell’acino e agli aromi del vino che richiamano in modo esplicito la ciliegia. 

A differenza di quanto avveniva in passato, quando le uve venivano vinificate in assemblaggio con altre varietà, in primis il Sangiovese, oggi Il Ciliegiolo è perlopiù impiegato in purezza per produrre alcuni interessantissimi vini DOC e IGT del Centro Italia. Viene coltivato in Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Abruzzo e, in modo minoritario, in altre cinque regioni d’Italia. La maggiore diffusione di questo vitigno è comunque in Toscana, dove si contano circa 525 ettari, quasi il 60% dei quali sono concentrati in provincia di Grosseto dove danno vita a numerose etichette della DOC Maremma Toscana Ciliegiolo.

Il Ciliegiolo ha sicuramente una forte sensibilità al terroir per cui è di fondamentale importanza coltivarlo sui terreni adeguati. Da questo punto di vista la Maremma grossetana rappresenta una delle aree più interessanti per questa varietà, così come interpretazioni importanti si trovano in Umbria tra l'Orvietano e i Colli Amerini, nell'Alto Lazio e in alcune aree delle Marche.

L’iniziativa è organizzata dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana con il patrocinio del Comune di Sorano.




giovedì 20 aprile 2023

VIAGGIO&ARTE: DIVAS, DOG PORTRAITS A VILLA DELLA REGINA (TO)


Per la prima volta Villa della Regina ospita una mostra, a cura di Carla Testore, per riscoprire il ruolo del migliore amico dell’uomo nella famiglia contemporanea in quaranta ritratti d’autore a firma del fotografo Francesco Pergolesi.

La Residenza Sabauda Patrimonio UNESCO apre in esclusiva assoluta per l’esposizione alcuni ambienti del secondo piano e l’intero Padiglione dei Solinghi.

Dal mosaico Cave canem rinvenuto negli scavi archeologici di Pompei, ai grandi dipinti del passato fino alle iconiche opere del XX secolo realizzate da Elliott Erwitt, William Wegmann e Jeff Koons: il cane è stato spesso al centro dello sguardo di artisti e fotografi. 

Dal 20 aprile al 25 giugno 2023 il migliore amico dell’uomo è il protagonista assoluto della rassegna “DIVAS – Dog Portraits”, la prima mostra ospitata nella cornice della Residenza Sabauda oggi Patrimonio UNESCO di Villa della Regina a Torino, con oltre quaranta ritratti d’autore del fotografo Francesco Pergolesi, in un’esposizione a cura di Carla Testore. 

Gli scatti raccontano in maniera inedita il rapporto tra ogni cane e il proprio padrone, mettendo in risalto l’evoluzione del suo ruolo di componente effettivo del nucleo familiare fra le mura domestiche.

L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione della Direzione regionale Musei Piemonte e della Direzione di Villa della Regina.

Con un approccio originale, uno stile unico e la pratica della staged photography, Francesco Pergolesi ritrae i soggetti all’interno delle case dei loro proprietari, diventando pittore, scenografo, regista, posizionando intenzionalmente elementi e formando composizioni con lo scopo di creare un evento, ambienti, emozioni e ritrarre una vera e propria performance. 

È il cane il primattore, il divo, il protagonista assoluto di un ritratto individuale, ma l’immagine finale riflette uno spaccato di un ambiente dell’abitazione in cui vive e, spesso, interessi o passioni del proprietario, con una composizione singolare e un’estetica volutamente eccessiva.

"DIVAS – Dog Portraits" è una mostra che nasce con l’intento di raccontare, attraverso le immagini, la relazione fra il padrone e il cane nella società contemporanea: il cane è sempre meno un animale da utilità (dalla pastorizia alla guardia, dalla difesa alla caccia) e sempre più un componente centrale del nucleo familiare in una relazione di attaccamento emotivo e affettivo profondo.

All’idea di sogno e incanto è legata la scelta di Villa della Regina quale sede della mostra e cornice aulica ideale per ospitare le fotografie. La splendida Villa collinare - che si affaccia sulla città con giardini, belvederi, grotte, viali alberati e anche attraverso l’unico vigneto urbano in Italia - verrà infatti animata sia all’interno che all’esterno da fotografie en plein air di Francesco Pergolesi. 

L’evento è anche inserito all’interno del palinsesto di Torino Photo Days, la rassegna che la città dedica alla fotografia nella prima settimana di maggio, che vede le maggiori istituzioni culturali presentare mostre e progetti fotografici, in contemporanea con The Phair (5-6-7 maggio), la fiera dedicata all’immagine.

La curatrice della mostra Carla Testore racconta: «Francesco Pergolesi getta drappi cuscini piumini e manichini e fa volare disegni e fogli, incorona il cane, lancia petali e foglie, coglie usci semiaperti che ci interpellano sul dietro di quella porta, illumina navi di porti lontani, posiziona il migliore amico dell’uomo su un tavolo alla Peter Greenaway o in una cucina che invita all’abbuffata anche chi sgrana gli occhi davanti a quello scatto.  Da scaffali ricolmi sbuffano libri, plichi cataloghi appunti ritagli e altro materiale sconosciuto ma che affascina, e ci mostra cani veri che si guardano in set felliniani in onirico disordine, con vasi e fiori».

Francesco Pergolesi sottolinea: «Ogni opera è il frutto di un’accurata ricerca semantica ed iconografica da un lato e composizione scenica dall’altro. Dietro ogni scatto si celano una serie di riferimenti e citazioni artistiche, cinematografiche o letterarie. Il progetto è stato ambientato all’interno di case reali, rivisitate e messe in scena come fossero dei teatri privati. Proprio per questo motivo, spesso il punto di partenza scaturisce da interessi, passioni, collezioni esistenti come i trenini, le borsette firmate, gli spartiti dei proprietari dei cani, così da creare un’interpretazione legata anche all’altro attore (il proprietario), assente nell’immagine ma presente nella narrazione».

La mostra è promossa e coordinata dall’Associazione The Others, ha ottenuto il patrocinio della Città di Torino e il contributo della Camera di Commercio di Torino. È realizzata grazie al contributo di MONGE, Main Partner, con il sostegno di Furbatto Immobili e Villa Cimena e la collaborazione di Allianz Assicurazioni-Agenzia Alto Piemonte, Best Friends Milano, Marco Segantin Atelier Fleuriste.


giovedì 23 marzo 2023

VIAGGIO&CIBO: LE TESTIMONIANZE DI 3 IMPRENDITRICI AGRICOLE DELL'ASSOCIAZIONE DEMETER ITALIA

Secondo i dati di Confagricoltura, le donne attive nel mondo agricolo sono circa 256.815, con il 30% di titolari o socie (numeriche 2021). Demeter Italia ha raccolto le testimonianze di 3 imprenditrici, dal Nord e dal Sud e di settori diversi, che con il loro punto di vista si fanno portavoce dei valori della biodinamica e di cosa significa essere donna nel panorama odierno dell’agricoltura.

Abbiamo intervistato:

Dora Brio della Società Agricola Biodinamica Brio Mazziotta a Montescaglioso in provincia di Matera, che, insieme al figlio Donatello, coltiva circa 10 ettari ad ortaggi e agrumi in un terreno storicamente vocato all’agricoltura.

Federica Camerani, poliedrica vignaiola che assieme a sua madre Marinella Camerani coltiva 20 ettari a Mezzane di Sotto (Verona) producendo i vini di Adalia, Corte Sant’Alda e Podere Castagnè nella Valpolicella orientale.

Rosalia Caimo dell’azienda Terra di Lomellina in provincia di Pavia i cui 86 ettari in conduzione biodinamica dal 2006 producono riso, cereali e altri seminativi. 

1. Cosa vuol dire al mondo d'oggi essere un’imprenditrice agricola?

Dora: “Nella nostra società, indipendentemente dal genere di appartenenza, non è semplice condurre un'attività economica, soprattutto al Sud. Noi donne abbiamo il compito di riaffermare quotidianamente le grandi conquiste storiche che abbiamo raggiunto, in particolare nei lavori che sono sempre stati ritenuti più adatti agli uomini, e di sfatare il mito che non possiamo 'cambiare' le regole dell’imprenditoria: abbiamo tutte le capacità per gestire un’azienda e migliorarla”.

Federica: “Penso che oggi sia arrivato il momento di non fare più distinzione tra imprenditore e imprenditrice. Il mondo dell'agricoltura unisce tutti gli attori della campagna e ha sempre avuto le donne, oggi protagoniste di questa realtà alla pari degli uomini, sempre presenti nei lavori delle famiglie contadine”.  

Rosalia: “Le imprenditrici donne sono in aumento, soprattutto nel mondo biologico e biodinamico, perché l’agricoltura, con l’aiuto della tecnologia e dei macchinari, ha fatto passi da gigante, ponendo la forza fisica in secondo piano. Ma la ragione più profonda è legata al fatto che il lavoro agricolo si sta affrancando dalla sua connotazione storica di attività legata solo ed esclusivamente a soggetti più deboli e meno istruiti (basti pensare che la servitù della gleba in alcuni paesi è stata eliminata di recente). Tutti possono fare agricoltura, specialmente le donne, che sono più sensibili nei confronti della materia vivente e della terra".

Federica Camerani, Corte Sant'Alda

 2. Perché hai scelto il metodo biodinamico?

Dora: “Nel 1996 ho costituito l’azienda agricola, dapprima a conduzione biologica, con l'intento di produrre cibo sano nel rispetto della natura. Nel 2011 uno dei maggiori esperti in materia, Alex Podolinsky, arriva in Basilicata per una serie di conferenze e da allora è iniziato il mio passaggio alla biodinamica. Per me 'biodinamico' non è solo un metodo di coltivazione, è anche un approccio al lavoro agricolo che mi permette di esprimere appieno la mia creatività”.

Federica: “Mi ritengo fortunata perché porto avanti un percorso di agricoltura biodinamica iniziato da mia madre e che io ho condiviso appieno. A mio avviso, biodinamico è sinonimo di qualità e rispetto. Qualità della nostra vita e di quella di animali, piante e di tutto ciò che ci circonda; rispetto per il presente che viviamo e per quello che lasciamo per il futuro”.

Rosalia: Ho iniziato a produrre riso e cereali biodinamici dopo i 35 anni ma da decenni leggo Steiner e mi interesso di antroposofia. Quando mi sono dedicata pienamente all’agricoltura, ho seguito vari corsi sulla biodinamica e ho messo in pratica quello che avevo imparato sui libri. Applicare questi principi non significa soltanto adottare un metodo di coltivazione ma scegliere un vero e proprio stile di vita, nella sfera lavorativa e privata”.

3. Qual è il valore aggiunto di essere un'azienda biodinamica certificata Demeter?

Dora: “La sostenibilità è un tema attuale per il nostro e per altri settori, e possiamo dire che quella biodinamica sia la pratica agricola sostenibile per eccellenza: le piante si nutrono direttamente dall'humus presente nel terreno, la cui fertilità è la prima preoccupazione di chi coltiva, producendo così alimenti sani. La certificazione Demeter garantisce quindi al consumatore, attraverso un marchio riconoscibile in tutto il mondo, che il cibo che sta acquistando faccia bene alla sua salute e a quella dell’ambiente.

Federica: “Essere certificati Demeter, prima di tutto, significa condividere gli stessi principi di vita e di lavoro con colleghi e amici. È inoltre una strada per far conoscere a tutti l'agricoltura biodinamica ed è garanzia per il consumatore”.

Rosalia: “Il marchio Demeter ci consente di vendere i nostri prodotti al nostro target, attento alla salute e all’ambiente. Vi sono inoltre iniziative e convegni organizzati dall’associazione, utili per gli addetti ai lavori e per tutte le persone che desiderano approcciare questo metodo di coltivazione e fare networking”.

Rosalia Caimo, Terre di Lomellina

L’impegno delle donne e di tutti gli agricoltori del mondo biodinamico è quindi una costante. Non si tratta solo di un modo di fare agricoltura, ma di una vera e propria filosofia di vita. Demeter Italia, che ha sede a Parma, garantisce che ogni fase del processo, dalla produzione alla trasformazione dei prodotti, sia conforme ai principi di sostenibilità, nel rispetto della natura e del ciclo delle stagioni, e fa sì che le aziende possano fregiarsi di un marchio riconosciuto a livello mondiale. 



(Contenuto fornito da "Ufficio Stampa ZEDCOMM")


venerdì 21 ottobre 2022

VIAGGIO&ARTE: "IL PROFUMO DEL CINEMA", CONNUBIO TRA ACCADEMIA DEL PROFUMO e MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA DI TORINO


Dal 21 al 24 ottobre, si accendono a Torino i riflettori sulla mostra Il Profumo  del Cinema.
Qual è il filo invisibile che unisce saldamente il mondo del profumo a quello del cinema? A questo  interrogativo offre una risposta la mostra cinematografica olfattiva Il Profumo del Cinema – Quando la visione olfattiva diventa emozione. 

Grandi film italiani raccontati dal genio olfattivo di grandi nasi. Il potere evocativo: la proiezione, per l’appunto, di un’altra dimensione. Il cinema ci fa approdare  in una realtà parallela attraverso le immagini, la profumeria attraverso gli odori, altrettanto  impattanti, altrettanto emozionali. Se arte cinematografica e olfattiva coesistessero, il film in  proiezione sarebbe coinvolgente “in tutti sensi”: gli spettatori, infatti, potrebbero finalmente  immergersi a 360 gradi in un mondo incantatorio fatto di immagini, voci, suoni, musica e anche odori! 

Accademia del Profumo investe in questo progetto per diffondere sempre più la straordinaria  sinergia tra cinema e olfatto.


Per allestire la mostra sono stati selezionati, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, sei grandi film della cinematografia italiana e coinvolti dodici nasi, italiani e internazionali,  per ideare altrettante fragranze che ne completino la narrazione visiva; ciascun film è raccontato infatti da due fragranze.

Una pellicola profumata, dunque, il cui regista è un naso creatore, la piramide olfattiva ne costruisce la trama; mentre le note di testa, di cuore e di fondo sono gli attori. 

La prima tappa de Il Profumo del Cinema è stata inaugurata nel capoluogo lombardo, dal 3 all’8  maggio, in occasione della Milano Beauty Week, accogliendo oltre 5.000 visitatori.
L’iniziativa torna a Torino, nella cornice del Museo Nazionale del Cinema, alla Mole Antonelliana, da  venerdì 21 a lunedì 24 ottobre. Alla mostra, aperta al pubblico dalle ore 9.00 alle ore 19.00, si può  accedere gratuitamente e senza prenotazione. 

«Sono entusiasta di rinnovare a Torino la sinergia tra la settima arte e l’universo olfattivo – commenta  Ambra Martone, presidente di Accademia del Profumo – e ringrazio il Museo Nazionale del Cinema  per la preziosa collaborazione. Cinema e profumo sono i pilastri portanti di un copione aperto e in  divenire, denso di emozioni, relazioni e colpi di scena, in cui l’evocazione di avventure, sensazioni ed  esperienze del proprio vissuto è protagonista. Come tutti i successi, questo avvincente connubio  merita repliche: Accademia del Profumo si impegna a diffonderlo anche nel 2023, facendo viaggiare la mostra Il Profumo del Cinema in scia ai festival e alle principali iniziative cinematografiche in tutta Italia, promuovendo cultura olfattiva e contaminazione virtuosa tra arti».


«Siamo molto contenti di ospitare e di collaborare con questa preziosa esposizione, che racconta un altro aspetto del cinema, fortemente evocativo ed emozionale – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino.  Sei film iconici, da Cabiria, primo kolossal della  storia del cinema, allo spaghetti western Per un pugno di dollari, passando per Una giornata  particolare, Mediterraneo e La grande bellezza. A questi si aggiunge Suspiria, uno dei capolavori di  Dario Argento, protagonista della bellissima mostra Dario Argento – The Exhibit, a cura di Domenico  De Gaetano e Marcello Garofalo, che ospitiamo al museo fino al 16 gennaio 2023. E, per questo  film, i maîtres parfumeurs hanno ricreato l’odore dell’ansia e della paura».






martedì 11 ottobre 2022

VIAGGIO&TEATRO: AL VIA ‘NUDI’, LA STAGIONE TEATRALE 2022-2023 DI FERTILI TERRENI TEATRO


Fertili Terreni Teatro
, un insieme di artisti e organizzatori impegnati nella promozione del Teatro Contemporaneo nelle sue diverse forme, diretto da A.M.A Factory, Cubo Teatro e Tedacà è nato nel 2018 come unica stagione teatrale diffusa, ma anche come una tensione artistica che, attraverso la collaborazione di tre teatri di Torino (San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Bellarte e OFF TOPIC), genera un ambiente creativo di sperimentazione e confronto tra artisti, operatori e spettatori coinvolti in iniziative durante tutto l’anno.

18 spettacoli, 61 grandi serate, 4 prime nazionali, molti eventi speciali e iniziative dedicate al pubblico: si presenta così la prima parte della stagione teatrale 2022-2023 di Fertili Terreni Teatro, in scena da ottobre ai primi di gennaio 2023.

Una grande proposta che si svela attraverso un’immagine forte e di impatto, che segue le tracce del claim scelto per quest’anno: Nudi.

La nudità è uno stato del corpo, ma anche uno stato dell’anima – scrivono nel manifesto della stagione i tre direttori artistici Girolamo Lucania (Cubo Teatro), Beppe Rosso (A.M.A. Factory) e Simone Schinocca (Tedacà)è la scelta di spogliarsi di tutti gli orpelli e corazze, per accogliere la realtà senza difese e mettersi in una posizione di ascolto, per poi rielaborarla in modo autentico ed essenziale. In questo senso “mettersi a nudo” non è una rinuncia, ma una conquista. In un mondo pieno di stimoli, veri e falsi, di vociare continuo, di sovrastrutture e incrostazioni di preconcetti, la nudità svela una possibilità di ascolto inaspettato, in grado di instaurare una comunicazione e relazione più profonda”.

Nudi, senza maschere e corazze, può essere sì una condizione di fragilità, ma anche un inno a non conformarsi a tutti costi a un modello imposto.

Nei tre spazi di Bellarte, OFF TOPIC e San Pietro in Vincoli Zona Teatro grande protagonista è il teatro contemporaneo, in tutte le sue possibili declinazioni e sfaccettature, con ospiti artisti e compagnie di livello nazionale e giovani compagnie del territorio.

Un teatro che è multidisciplinare, che guarda al presente, per parlare della società e alla società, anche nelle sue contraddizioni, e che ricerca un nuovo futuro, sperimentando linguaggi e strumenti performativi, superando così il semplice concetto di drammaturgia contemporanea.


Dopo la messa in scena a settembre, nell’anteprima del Festival delle Migrazioni di Torino, di Birds of a Kind - Materiali di Lavoro, progetto speciale biennale a cura de Il Mulino di Amleto, Fertili Terreni Teatro si prepara al taglio del nastro della nuova programmazione.


Il sipario si apre il 21 e 22 ottobre alle 21 a Bellarte con Love Songs In The Dark, concerto al buio con i musicisti Lorenzo Montanaro al violoncello e Luigi Mariani al pianoforte: i due artisti, con disabilità visiva, presentano un progetto ardito e un po’ folle che coinvolge il pubblico. Un vero e proprio viaggio al buio, costruito su accostamenti musicali acrobatici e all’insegna della diversità di linguaggi e stili.


Tra le proposte più attese le due grandi produzioni delle compagnie curatrici della stagione: se infatti dal 25 al 29 ottobre sul palco di San Pietro in Vincoli Zona Teatro arriva Kollaps, di A.M.A. Factory/Il Mulino di Amleto, con la regia di Marco Lorenzi e testo del drammaturgo tedesco Philipp Lohle, che racconta una metafora dolce-amara di un Occidente che continua a correre disperatamente nonostante l’avvicinarsi della catastrofe, dal 26 al 30 ottobre a OFF TOPIC debutta per la prima volta in Italia il nuovo lavoro firmato da Cubo Teatro, Il Mangiautore, di e con Alessandro Burbank, poeta e performer affermato, premiato come miglior slam poet italiano.

A Bellarte il pubblico potrà assistere in prima nazionale a Primitivi (4-6 novembre): il testo dello statunitense Peter Sinn Nachtrieb, mai rappresentato in Italia, vede la regia di Michele Demaria e celebra la collaborazione con la compagnia romana Lumik Teatro, ospitata in residenza artistica nel teatro di via Bellardi per più settimane.

La panoramica delle proposte di questa prima parte di stagione prosegue con La mite (11-12 novembre, San Pietro in Vincoli Zona Teatro): il racconto di Fëdor Dostoevskij viene reinterpretato attraverso un intenso e appassionato monologo di Beatrice Visibelli che affronta il rapporto uomo/donna nello schema di vittima e carnefice.

Sempre a Bellarte dal 25 al 27 novembre è in programma Minchia, coproduzione esecutiva di Tedacà e Teatro Ditirammu di Palermo, ospitato sempre in residenza artistica negli spazi di via Bellardi: lo spettacolo, rappresentato per la prima volta in Italia, racconta attraverso un mix di prosa, danza e performance, di tutte quelle persone che, a causa dell’emigrazione contemporanea, mettono radici dovunque fino a sentirsi figli del mondo.

La cifra della multidisciplinarità è anche quella di Siamo tutti una famiglia – Cronaca di una lotta (29-30 novembre, OFF TOPIC) di e con Rajeev Badhan: una narrazione che procede per frammenti di materiali d’archivio, immagini, suoni, scritte, associazioni di pensiero, ricordi, testimonianze, partendo dal libro Siamo tutti una famiglia della giornalista e scrittrice bellunese Tina Merlin.

A dicembre grande fermento in tutti e tre spazi teatrali di Fertili Terreni Teatro: il 16 debutta in prima nazionale Whiskey e Soubrette, la nuova produzione di Tedacà che accompagnerà il pubblico fino al 15 gennaio, per tutte le vacanze natalizie e oltre. Un vero e proprio evento-spettacolo che vede sul palco la formazione permanente di Tedacà e un gruppo di giovani performer under 30 in cui teatro, danza e musica dal vivo traghettano lo spettatore in un viaggio, lungo 50 anni, nella memoria artistica di una Torino dei tempi che furono.

Il 17 e 18 dicembre tocca a Tradimenti, in scena a San Pietro in Vincoli. Il regista Michele Sinisi reinterpreta l’opera del grande drammaturgo inglese Harold Pinter, raccontando la storia di un triangolo amoroso, tra parole non dette, pensieri taciuti e segreti.

A chiusura dell’anno, dal 27 al 30 dicembre, a OFF TOPIC c’è poi L’Uno di ContraSto Teatro. La compagnia torinese, con cui Cubo Teatro ha avviato nel 2021 una collaborazione, affronta in una maniera, che fa divertire ma anche riflettere, il tema della solitudine come condizione da cui non si riesce a scappare nemmeno a San Silvestro, la notte in cui ci si fa compagnia a tutti i costi.

È nel segno di un grande rinnovamento la scelta di Fertili Terreni Teatro di inaugurare la biglietteria online, dando la possibilità di acquistare i biglietti direttamente sul sito www.fertiliterreniteatro.com.

Il pubblico potrà scegliere tra il biglietto intero € 11,00 (+ commissioni di servizio) o il ridotto € 9,00 (+ commissioni di servizio) riservato a studenti universitari, under 30, over 65, residenti Circoscrizione IV e Circoscrizione VII, Aiace, Abbonamento Musei Piemonte Valle D’Aosta, abbonati alle stagioni di Piemonte dal Vivo) o l’Abbonamento NUDI al costo di € 21 (+ commissioni di servizio).

Lo speciale Capodanno con Whiskey e Soubrette a Bellarte invece comprende sia lo spettacolo che il brindisi di mezzanotte e rinfresco (intero € 29; ridotto € 26).

Sarà comunque mantenuto attivo il numero di telefono di front office e relazione con il pubblico per accompagnare il pubblico in questa nuova modalità di acquisto.

Anche quest’anno Fertili Terreni Teatro si conferma come una rete di luoghi di prossimità, di incontro e fermento creativo non solo per gli artisti e gli operatori culturali, ma anche per il pubblico, coinvolto in numerose attività.

Sono infatti in programma le visite guidate all’interno del complesso di San Pietro in Vincoli Zona Teatro, a cura de La Civetta di Torino: il 27 ottobre, l’11 novembre e il 17 dicembre il pubblico, prima degli spettacoli in programma, andrà alla scoperta di un luogo ricco di fascino, storie, leggende e misteri.

Tornano a Bellarte Le cene con l’artista: un’occasione di incontro e confronto unica per chiacchiere con gli artisti e le artiste dopo le loro performance, accompagnati da buon cibo e buon vino (in programma il 5 novembre dopo Primitivi e il 26 novembre dopo Minchia).

Il 3 e 4 dicembre grazie a Walkabout Urban Experience, Carlo Infante guiderà i partecipanti in passeggiate partecipate, con cuffiette e smartphone, alla scoperta dei luoghi della cultura di ieri e di oggi della Circoscrizione 7. L’attività rientra nel progetto C.I.R.C.L.E. Culture In Road Creative Lively Edge.


Poi lo Young Board, nuovissimo progetto ideato e pensato per coinvolgere sempre più i giovani del territorio. Nei prossimi giorni infatti partirà una call rivolta a ragazzi e ragazze tra i 18 e 25 anni che vogliano fare un percorso di formazione sulle professioni del teatro, della creatività, della progettazione culturale, dell’organizzazione eventi e dello storytelling ed entrare poi a far parte dello staff di Fertili Terreni Teatro per la progettazione di appuntamenti culturali della stagione 2022-2023.

Tutto questo è solo un assaggio della stagione 2022-2023 di Fertili terreni teatro: la seconda parte di programmazione (gennaio-maggio 2023) verrà presentata nei prossimi mesi.

lunedì 10 ottobre 2022

VIAGGIO&CIBO: ZICCAT APRE NEL CUORE DI TORINO IL SUO QUINTO PUNTO VENDITA




Una golosa novità è arrivata in città: a Torino, negli spazi rinnovati di Via Pietro Micca 2 angolo via XX Settembre, apre le porte un nuovo punto vendita Ziccat, il quinto dello storico marchio del cioccolato torinese.

Una festa per gli amanti del buon cioccolato e delle proposte della tradizione che strizzano l’occhio al contemporaneo: in un ambiente accogliente con arredamenti tra il classico e il moderno rinato grazie al progetto degli architetti Giurbino e Zaniboni, si potranno trovare tutti i prodotti ‘icona’ firmati Ziccat. 

A questo punto dell'anno, si può anche iniziare a pensare ai regali di Natale per sì e per gli altri... Si può scegliere tra molti prodotti di grande qualità: dai sempre classici gianduiotti ai cri cri, dalle creme spalmabili alle tavolette, dai dragées alle speciali confezioni in latta dedicate alla città di Torino, fino alle creazioni uniche che vengono realizzate per le festività, come il calendario dell’avvento in collaborazione con H4O e il panettone con il cioccolato Ziccat, tra le prossime novità insieme alla pralina bigusto realizzata con ganache al gianduia e gelee di mandarino e copertura di cioccolato fondente. Ma non solo...


Gli ampi locali nel cuore della città accoglieranno anche una caffetteria aperta fino all’orario dell’aperitivo: si potranno degustare, comodamente seduti all'interno del locale o nel dehors esterno, l'ottimo caffè del Maestro del gusto Boutic Caffe, cioccolate calde particolari o coppe di gelato golosissime con le creazioni dalla gelateria Ziccat in Corso Brunelleschi in collaborazione con Riccardo Serra, tra cui spiccano i gusti gianduiotto e il cremino Ziccat, il fondente all'arancia o i gusti che si rifanno a quelli delle praline come cioccolato bianco e kalamansi o pesca e amaretto.

Anche in questo nuovissimo punto vendita si confermano poi le collaborazioni tra Ziccat e altre firme dell’eccellenza gastronomica piemontese, come la Tenuta Tamburnin che propone la sua selezione di vini acquistabili direttamente a scaffale o in degustazione al calice e il birrificio artigianale Soralamà, azienda di Vaie che produce i suo prodotti con acqua pura di montagna.



Il nuovo punto vendita si aggiunge a quello storico di via Bardonecchia 185, dove ha sede anche il laboratorio produttivo visitabile, quello di Piazza Francesco Borromini 78, di Corso Svizzera 49 e di Corso Brunelleschi 69, ultimo aperto nel mese di giugno specializzato nella produzione e vendita di gelato e torte fredde.

Questa quinta apertura conferma anche la crescita dello staff di Ziccat, grazie al coinvolgimento (e alla passione) di un gruppo sempre più numeroso di giovani cioccolatieri under 30 guidati da Alexis Rosso e Lorenzo Melchiorre.