Giunti ormai alla fine della vendemmia 2017, iniziata con un notevole anticipo, il Consorzio Tutela Vini Montecucco tira le somme di un’annata molto difficile, che ha interessato la produzione vinicola a livello nazionale.
È stato fondamentale e provvidenziale l’intervento dei viticoltori in vigna, che hanno saputo affrontare l’emergenza riuscendo comunque ad ottenere uva di altissima qualità. “Gli addetti ai lavori sono stati messi a dura prova, adoperandosi in una gestione ‘non tradizionale’, estremamente scrupolosa e oculata delle vigne, in pre-vendemmia - evitando ad esempio una defogliazione prematura, per dare al grappolo una protezione maggiore - e durante la vendemmia stessa”, dichiara Claudio Carmelo Tipa, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, e continua, “I nostri vignaioli si sono dovuti adattare a una nuova realtà, portando avanti spesso una raccolta faticosa e a “tappe successive”, entrando più volte in uno stesso vigneto”.
Eccellente, infine, il livello qualitativo del Vermentino: in quest’area, infatti, le uve a bacca bianca hanno sofferto molto meno il particolare andamento climatico primaverile ed estivo, riuscendo a completare la maturazione in maniera ottimale, con una resa soddisfacente.
Il Montecucco, la nuova promessa del vino toscano, nasce dalle uve coltivate con passione nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG in vigore da settembre 2011: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.
Nuova frontiera del vino toscano, la Denominazione, con le sue 66 aziende associate, punta a uno sviluppo che possa coniugare gli aspetti produttivi con quelli promozionali e turistici del territorio: la zona, altamente vocata alla produzione del Sangiovese, gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli, vicino al Mar Tirreno – da cui dista solo pochi km in linea d’aria – e all’ormai spento vulcano Amiata, che con i suoi 1.738 metri di altezza domina tutto il territorio compreso tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana.
Qui si sono succeduti Etruschi, Romani, Longobardi, monaci benedettini, dominio senese e la famiglia dei Medici: una stratificazione storica che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze che ancora oggi sono visibili nei borghi, negli stupendi agriturismi e nelle dimore d’epoca, nella produzione di olio e, soprattutto, di vino.
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