lunedì 10 luglio 2017

VIAGGIO&LETTERATURA: PERDERSI NELLA FORESTA NERA


Se vi offrissero una buona ricompensa per fare ciò che più vi piace riuscireste a rifiutare?

E’ ciò che è successo a David Miller, scrittore di romanzi thriller cui viene commissionato, dal facoltoso Arthur Doffre, un romanzo sul temibile killer soprannominato “Boia 125”.
Unica clausola è di rimanere chiuso per un mese in una villa nella Foresta Nera.
Potrà portare con sé la moglie e la figlia.
Per tutto il periodo della stesura dovrà produrre almeno dieci pagine al giorno.


David non riesce a dire di no, nonostante le reticenze iniziali. Perché mi tocca rimanere isolato per tanto tempo? Che cosa mi aspetterà in quella villa lontana dal resto del mondo? Sono le domande che gli ronzano in testa.

Le risposte arriveranno taglienti come lame, la trama si svilupperà nei modi più impensabili possibili.
Colpi di scena, visioni inaspettate (come il mattatoio di fronte al quale il protagonista si ritroverà a scrivere), personaggi che entrano ed escono dalla trama del racconto come fulmini a ciel sereno lasciando scie di angoscia e talvolta di terrore non da poco, il tutto ovattato nel silenzio del paesaggio innevato …


La presenza del committente Doffre, costretto su una sedia a rotelle, di cui pare percepire il suono tagliente spesso descritto dal narratore, è costante ed inquietante al tempo stesso.

Solo con l'arrivo allo chalet di una donna terrorizzata e gravemente ferita l'incubo claustrofobico giunge al culmine, accompagnando i personaggi verso un'imprevedibile e agghiacciante follia...

Le atmosfere surreali, lugubri e noir si accavallano tra un capitolo e l’altro.
Sembra di percepire il freddo della neve, il suono del vento tra gli alberi, il respiro affannoso dei personaggi sempre più angosciati via via che il racconto si avvicina al finale, a sorpresa…


Insomma: un romanzo che non può lasciare indifferenti.

Vietato a chi s’impressiona facilmente…


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