Se
vi offrissero una buona ricompensa per fare ciò che più vi piace
riuscireste a rifiutare?
E’
ciò che è successo a David Miller, scrittore di romanzi thriller
cui viene commissionato, dal facoltoso Arthur Doffre, un romanzo sul
temibile killer soprannominato “Boia 125”.
Unica
clausola è di rimanere chiuso per un mese in una villa nella Foresta
Nera.
Potrà
portare con sé la moglie e la figlia.
Per
tutto il periodo della stesura dovrà produrre almeno dieci pagine al
giorno.
David
non riesce a dire di no, nonostante le reticenze iniziali. Perché mi
tocca rimanere isolato per tanto tempo? Che cosa mi aspetterà in
quella villa lontana dal resto del mondo? Sono le domande che gli
ronzano in testa.
Le
risposte arriveranno taglienti come lame, la trama si svilupperà nei
modi più impensabili possibili.
Colpi
di scena, visioni inaspettate (come il mattatoio di fronte al quale
il protagonista si ritroverà a scrivere), personaggi che entrano ed
escono dalla trama del racconto come fulmini a ciel sereno lasciando
scie di angoscia e talvolta di terrore non da poco, il tutto ovattato
nel silenzio del paesaggio innevato …
La
presenza del committente Doffre, costretto su una sedia a rotelle, di
cui pare percepire il suono tagliente spesso descritto dal narratore,
è costante ed inquietante al tempo stesso.
Solo
con l'arrivo allo chalet di una donna terrorizzata e gravemente
ferita l'incubo claustrofobico giunge al culmine, accompagnando i
personaggi verso un'imprevedibile e agghiacciante follia...
Le
atmosfere surreali, lugubri e noir si accavallano tra un capitolo e
l’altro.
Sembra
di percepire il freddo della neve, il suono del vento tra gli alberi,
il respiro affannoso dei personaggi sempre più angosciati via via
che il racconto si avvicina al finale, a sorpresa…
Insomma:
un romanzo che non può lasciare indifferenti.
Vietato
a chi s’impressiona facilmente…
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