Massimo Donà, professore ordinario di Filosofia Teoretica
presso la Facoltà di filosofia dell'Università “Vita-Salute” del San Raffaele
di Milano, è arrivato prima di tutti nell'abbinare vino e filosofia.
Ha indagato in modo leggero ma
tutt'altro che superficiale il rapporto tra questa bevanda e la storia della
filosofia seguendo un percorso a dir poco singolare ed inedito.
Ci troviamo di fronte ad un'accurata ricostruzione
storico/filosofica della vita del vino.
Nell'antico Egitto il vino aveva un ruolo centrale in
quanto rendeva possibile il rapporto con gli dei. In Grecia il Dio Dioniso, pur
avendo un aspetto innocente di fanciullo dai riccioli d'oro, creava scompiglio
nell'Olimpo a causa del suo amore per il ludibrio alcolico dettato dall'abuso di
vino. Socrate scrisse un'intera opera, “Il Simposio”, basata su discorsi
dettati dalle conseguenze dello stesso ludibrio, e Baudelaire dava
addirittura un'anima al vino e lo
faceva parlare come fosse un essere vivente.
Oggetto di analisi per filosofi del calibro di Bacone,
Descartes, Kant e Kierkegaard, questa bevanda si trova costantemente in bilico
tra misura e dismisura, tra lecito ed illecito, anima e corpo.
Diversi sono stati gli atteggiamenti nei confronti della
potenza seduttiva del vino nel corso dei secoli: dall'elogio dell'ebbrezza,
alla condanna dell'abuso, fino a diventare simbolo religioso nel Cristianesimo,
senza farsi mancare un interesse più scientifico...
In questo libro, Donà riesce ad esaltare la materia
filosofica attraverso il nettare di Bacco che, come direbbe Brillant-Savarin è:
“La più gradevole delle bevande, sia che si debba a Noè il quale piantò la
vigna, sia che si debba a Bacco che per primo spremette il sugo del
grappolo...”
Un libro consigliato a chi apprezza l'aspetto diVino del nettare di Bacco...
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