giovedì 18 febbraio 2016

VIAGGIO&VINO: RUCHE' E MISTERO...




Non esistono attestazioni documentarie sul Ruchè.

La sua storia può essere ricostruita solo attraverso testimonianze orali di chi, generazione dopo generazione, ha trasmesso ai suoi discendenti le caratteristiche e le notizie su questo vitigno.

Il fascino di questo vino consiste quindi, oltre che nel sapore e nelle caratteristiche particolari, nell’alone di mistero che si porta dietro da anni.



Il territorio originario di questo vitigno sembra essere l’area di Castagnole, in Piemonte e, più nello specifico, nel territorio del Monferrato Casalese. Pare che il nome derivi da quello dato ad una malattia della vite, il “roncet”, a cui questo vitigno risulta essere molto resistente.



Il suo sviluppo migliore si ottiene in terreni calcarei, asciutti e assolati.





Il Ruchè è un vino davvero speciale ed unico nelle sue caratteristiche, che lo avvicinano in parte al più noto Brachetto.

Un tempo la produzione di questo vino era destinata ad un geloso e privato uso familiare, ad oggi invece si sta producendo sempre di più per la vendita al pubblico.



E’ un vino a “denominazione di origine controllata” di un colore rosso rubino non troppo carico con leggeri riflessi violacei, talvolta anche tendenti all’arancio. Il profumo è intenso, persistente e leggermente aromatico e fruttato, ed il sapore risulta armonico, a volte leggermente tannico, di medio corpo, con una leggera componente aromatica che richiama vagamente la fragranza delle rose.



Il Ruchè è ottimo servito con formaggi saporiti come il Castelmagno, il Raschera, il Grana o il Gorgonzola, e con piatti consistenti come la fonduta, la finanziera o gli agnolotti.




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