A
rilanciare questo “classico” della cucina italiana un evento
realizzato da ASSITOL, che ha coinvolto il mondo del pane ed il
comparto dell’extravergine
Riscoprire
pane e olio per valorizzare due “tesori” della nostra cultura
gastronomica, messi in difficoltà dall’ossessione per la
dieta e dati per scontati nell’uso quotidiano. E’ per rilanciare
questa tradizionale merenda all’italiana che ASSITOL,
l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha
organizzato oggi a Roma il convegno “Pane e olio, la
merenda che fa bene” al Ministero della Salute, alla
presenza del ministro Beatrice Lorenzin.
“Oggi
celebriamo un
matrimonio che, a nostro avviso, s’ha da fare: quello tra pane e
olio”, ha
esordito Palmino
Poli, presidente di AIBI, che
rappresenta i semilavorati del pane e della pasticceria all’interno
di ASSITOL. “È una coppia vincente – ha aggiunto Poli – che
unisce gusto e salute: proprio quello che ci chiedono i consumatori
di oggi, senza sapere che la soluzione è a portata di mano”.
Il
pane, infatti, è molto cambiato. Come affermano i dati dell’indagine
effettuata da Cerved per conto di AIBI sul mercato della
panificazione, i consumatori scelgono soprattutto pane a base
di materie prime selezionate e con un valore aggiunto di tipo
salutistico. Avanzano così i pani multicereali, con le
vitamine, con fibre, a ridotto contenuto di sodio, con farine poco
trattate, con quinoa, amaranto o a km 0.Negli ultimi cinque
anni, questa tipologia di prodotto ha registrato un aumento del 5%.
In particolare, la tendenza salutista rappresenta l’attività
principale di circa un terzo dei panificatori italiani.
Tuttavia,
il pane artigianale è ancora il prodotto preferito dal consumatore
nazionale, con l’85,9%
del mercato, pari a 1.638mila tonnellate consumate nel 2016.
L’Italia, in questo, è una felice eccezione. Mentre nel resto
d’Europa, il pane bianco fresco rappresenta il 47% del mercato, nel
nostro Paese la quasi totalità dei consumatori il pane lo vuole
comprare tutti i giorni – o quasi – dal fornaio. In
media, ogni italiano ne mangia 85- 90 grammi al giorno. Rispetto
a vent’anni fa, se ne mangia di meno, ma si sperimenta di più.
Questo perché, ha sottolineato il presidente Poli, “gli
italiani sono attenti all’alimentazione sana ma, al tempo stesso,
si mostrano curiosi, sempre alla ricerca di nuovi tipi di
pane. Inoltre
guardano con interesse all’origine dei prodotti. Spesso non sono
giovanissimi, quindi cercano il benessere anche quando mangiano”. In
Italia, del resto, si contano circa 200 tipi di pane, con 1500
varianti.
A
questo, si aggiunge il cambiamento delle famiglie. Da quelle
monoparentali, ad esempio, nasce l’esigenza delle piccole
grammature, mentre la maggiore libertà di orari e di
diverse esigenze al suo interno ha imposto la ricerca del “pane per
tutte le stagioni”.
Al
fianco dei tanti pani italiani, ci sono numerose tipologie di olio
extravergine, differenziate per gusto e provenienza. In
Italia il consumo interno è di circa600mila tonnellate l’anno,
mentre le nostre esportazioni richiedono 400mila tonnellate di
olio. Eppure, Angelo Cremonini, presidente del
Gruppo olio d’oliva di ASSITOL, definisce l’extravergine
“il grande incompreso”. Il motivo? “Ancor oggi – ha affermato
Cremonini – il nostro extra viene trattato alla stregua di un
semplice condimento. Ma è molto di più: un alimento a
tutto tondo, che dà personalità ad ogni piatto”.
Grazie
al saper fare dei grandi marchi italiani, il fatturato diretto del
settore ammonta a 2,5 miliardi di euro, mentre l’indotto ne
genera 700 milioni. Tutto questo a vantaggio della bilancia
commerciale italiana, che ricava dal comparto qualcosa come 114
milioni di euro. Gli occupati, diretti e indiretti, si attestano
sulle 12mila unità.
Anche
in questo settore, si è assistito ad un calo dei consumi: negli
ultimi venti anni siamo passati, secondo i dati COI, il Consiglio
Oleicolo Internazionale, da 13 kg l’anno di consumo pro-capite, a
10,5 kg . E, nonostante il successo del nostro export, l’olio
d’oliva rappresenta appena il 4% dei consumi di grassi da
condimento.
“Per
rilanciare l’extravergine, abbiamo pensato ad un partner a nostro
avviso altrettanto speciale: il pane –
ha
concluso Cremonini – Questi due capisaldi della dieta mediterranea,
coniugati in una
merenda per tutte le ore e tutte le tasche,
rappresentano un abbinamento gastronomico straordinario, anche grazie
alla possibilità di spaziare tra gusti diversi, sia per il pane sia
per l’olio”.
A
promuovere la merenda all’italiana è anche l’Istituto Superiore
di Sanità. Marco Silano, direttore dell’Unità Operativa
Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’ISS, ha illustrato i
benefici dei due alimenti, considerati singolarmente, e il loro
contributo nutrizionale quando coniugati insieme. “E’ dimostrato
– ha spiegato Silano – dalle evidenze scientifiche che i
due alimenti si migliorano a vicenda dal punto di vista
nutrizionale. L’olio si accompagna benissimo al pane,
riducendone l’indice glicemico e, in una dieta varia ed
equilibrata, può rappresentare un’ottima merenda per i bambini”.
Per
gli adulti, addirittura, si può pensare a un piatto unico. “Se di
sera si torna stanchi o si ha poco tempo,mettendo insieme pane,
olio e qualche altro ingrediente, ad esempio gli omega3 del pesce
azzurro e i micro-nutrienti del pomodoro, si ottiene un pasto
davvero sano e completo dal punto di vista nutrizionale”.
La
filosofia dell’iniziativa è quella di fare sistema, non soltanto
tra pane e olio, all’interno di ASSITOL, ma con tutto il mondo del
pane, coinvolgendo così entrambe le filiere. Per Roberto
Capello, presidente della Federazione italiana
panificatori, finalmente si ridà merito e spazio al ruolo degli
artigiani: “Anche i panificatori non sono più quelli di una volta,
ma nel senso migliore del termine. Hanno dimostrato, negli ultimi
anni, di saper unire l’artigianalità del nostro mestiere a
una maggiore attenzione alla salute, che si è espressa con
la riduzione del sale nei nostri prodotti e al miglioramento
nutrizionale del pane.Ma soprattutto, abbiamo puntato sulla
versatilità, cercando di venire incontro a un consumatore sempre
alla ricerca di gusti nuovi e, al tempo stesso, di alimenti sani”.
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